La geometria sacra del labirinto fa da ponte tra la realtà materiale e quella spirituale.

Attraverso il simbolo del labirinto prendiamo coscienza della dualità, della ciclicità della vita. Il magnetismo del centro esprime la tendenza della vita alla sintesi, all’Uno.
Quando camminiamo nel labirinto, l’alternanza del movimento, il ritmo e il Centro unificatore sono esperienze corporee, emotive, sensoriali e spirituali.
Che cos’è il labirinto
Il labirinto è un simbolo composto da una forma geometrica, un
cerchio, un ottagono, un esagono o un quadrato, all’interno della quale un
unico sentiero collega il centro con l’esterno.
E’ un’unica via che si può percorrere nelle due direzioni.
Questa caratteristica lo distingue dal dedalo che presenta reticoli di sentieri intricati, biforcazioni e vicoli ciechi.
E’ un simbolo che appare in molte culture, epoche, luoghi e che accompagna la storia dell’uomo da diversi millenni. Il significato collettivo e più evidente è quello della ciclicità della vita, del cammino dell’uomo che tende a raggiungere un Centro e che da lì riparte o viceversa.
Nei grandi labirinti, costruiti in natura o inseriti nelle pavimentazioni delle cattedrali, pare che si praticasse la camminata proprio come viaggio simbolico verso quel Centro. In quest’ultimo decennio assistiamo ad un rinnovato e crescente interesse per questo simbolo e per questa pratica meditativa.
E’ un’unica via che si può percorrere nelle due direzioni.
Questa caratteristica lo distingue dal dedalo che presenta reticoli di sentieri intricati, biforcazioni e vicoli ciechi.
E’ un simbolo che appare in molte culture, epoche, luoghi e che accompagna la storia dell’uomo da diversi millenni. Il significato collettivo e più evidente è quello della ciclicità della vita, del cammino dell’uomo che tende a raggiungere un Centro e che da lì riparte o viceversa.
Nei grandi labirinti, costruiti in natura o inseriti nelle pavimentazioni delle cattedrali, pare che si praticasse la camminata proprio come viaggio simbolico verso quel Centro. In quest’ultimo decennio assistiamo ad un rinnovato e crescente interesse per questo simbolo e per questa pratica meditativa.
I benefici della camminata nel labirinto
Rilassamento, riduzione dell'ansia e dell’insonnia, aumento della
capacità di concentrazione, sono alcuni dei benefici comuni alle varie tecniche
di meditazione; quella del camminare, ha il vantaggio di stimolarci nel
portare attenzione al corpo.
La presenza alla nostra parte biologica, oltre a facilitare l’interruzione del dialogo interiore, ci rende più consapevoli delle nostre emozioni che sono legate alle sensazioni. E’ il corpo che custodisce la memoria autentica delle nostre esperienze.
Nel labirinto si aggiungono gli effetti indotti dal sentiero a spirale: i suoi ritmici cambi di direzione favoriscono il bilanciamento dei due emisferi cerebrali e delle rispettive funzioni. La camminata nel labirinto ci aiuta a riconquistare la nostra naturale interezza corpo-mente alla quale si aggiunge potenzialmente l’esperienza transpersonale data dalla specificità del simbolo.
La presenza alla nostra parte biologica, oltre a facilitare l’interruzione del dialogo interiore, ci rende più consapevoli delle nostre emozioni che sono legate alle sensazioni. E’ il corpo che custodisce la memoria autentica delle nostre esperienze.
Nel labirinto si aggiungono gli effetti indotti dal sentiero a spirale: i suoi ritmici cambi di direzione favoriscono il bilanciamento dei due emisferi cerebrali e delle rispettive funzioni. La camminata nel labirinto ci aiuta a riconquistare la nostra naturale interezza corpo-mente alla quale si aggiunge potenzialmente l’esperienza transpersonale data dalla specificità del simbolo.
Perché lavorare con il simbolo del labirinto?
Ogni simbolo emana l’energia del suo significato; la
sua vibrazione influisce su di noi anche se non lo comprendiamo razionalmente o non
siamo consapevoli della sua influenza.
I simboli transpersonali, come il labirinto, irradiano le energie del supercosciente, i sentimenti dell'animo umano di natura superiore come la pace, la gioia, l’altruismo, la cooperazione...
I simboli fanno da ponte tra conscio e inconscio; per mezzo del simbolo, si crea un dialogo con contenuti meno accessibili nell’individuo. Quando camminiamo nel labirinto siamo immersi in una vibrazione di integrazione, sintesi, ritmo, ordine, unità, bellezza, armonia.
Dentro al labirinto, possiamo percepire più intensamente le sue vibrazioni e risuonare alla sua geometria sacra.
I simboli transpersonali, come il labirinto, irradiano le energie del supercosciente, i sentimenti dell'animo umano di natura superiore come la pace, la gioia, l’altruismo, la cooperazione...
I simboli fanno da ponte tra conscio e inconscio; per mezzo del simbolo, si crea un dialogo con contenuti meno accessibili nell’individuo. Quando camminiamo nel labirinto siamo immersi in una vibrazione di integrazione, sintesi, ritmo, ordine, unità, bellezza, armonia.
Dentro al labirinto, possiamo percepire più intensamente le sue vibrazioni e risuonare alla sua geometria sacra.
Il labirinto e la geometria sacra
La geometria sacra studia le forme, le proporzioni, i ritmi e i numeri
che si presentano nella creazione e nello sviluppo di tutte le forme di vita.
Proprio perché sono comuni a tutti i regni, si tratta di leggi che mantengono
l’ordine nell’universo e connettono il microcosmo e il macrocosmo.
Troviamo la geometria sacra in molte immagini che da millenni l’essere umano usa per rappresentare e per collegarsi alla sfera spirituale. Le culture antiche anticipavano la scienza attuale che non considera più la materia esclusivamente dal punto di vista della sostanza.
Quando ci troviamo in un luogo costruito in base alle sue regole ci sentiamo bene perché entriamo in risonanza con l'energia dell'universo.
Nel labirinto, in natura, tutto si connette, tutto vibra all’unisono perché noi, il simbolo e il contesto che ci ospita siamo fatti di geometria sacra.
Troviamo la geometria sacra in molte immagini che da millenni l’essere umano usa per rappresentare e per collegarsi alla sfera spirituale. Le culture antiche anticipavano la scienza attuale che non considera più la materia esclusivamente dal punto di vista della sostanza.
Quando ci troviamo in un luogo costruito in base alle sue regole ci sentiamo bene perché entriamo in risonanza con l'energia dell'universo.
Nel labirinto, in natura, tutto si connette, tutto vibra all’unisono perché noi, il simbolo e il contesto che ci ospita siamo fatti di geometria sacra.

Il labirinto per radicarsi a terra
Le esperienze trascendenti sono utili quando
portano cambiamenti in noi stessi migliorando la vita
quotidiana, la nostra e quella degli altri. Come un albero che si radica a
terra per poi crescere verso l’alto, così l’uomo ha bisogno di integrare corpo e
mente prima di potersi espandere oltre se stesso.
La camminata nel labirinto focalizzata su temi fondamentali nel percorso di crescita, trae vantaggio dal potenziale energetico del simbolo che favorisce la nostra disposizione al lavoro personale rendendolo più efficace.
Quando facciamo un passo avanti nella conoscenza della nostra personalità, ci avviciniamo al quel centro transpersonale. E’ attraverso il corpo e le funzioni psichiche che possiamo vivere l’aspetto spirituale.
La camminata nel labirinto focalizzata su temi fondamentali nel percorso di crescita, trae vantaggio dal potenziale energetico del simbolo che favorisce la nostra disposizione al lavoro personale rendendolo più efficace.
Quando facciamo un passo avanti nella conoscenza della nostra personalità, ci avviciniamo al quel centro transpersonale. E’ attraverso il corpo e le funzioni psichiche che possiamo vivere l’aspetto spirituale.
Il labirinto come istallazione temporanea
Tutto cambia e nulla dura per sempre: al termine della camminata, il
labirinto viene disfatto.
Sul piano della nostra esperienza, questo “disfacimento” sottolinea l’impermanenza delle cose, la ciclicità, l’alternanza tra creazione-distruzione della forza primordiale; ci ricorda che per accogliere il nuovo bisogna fare spazio lasciando andare o trasformando quello che non serve più.
Sul piano della nostra esperienza, questo “disfacimento” sottolinea l’impermanenza delle cose, la ciclicità, l’alternanza tra creazione-distruzione della forza primordiale; ci ricorda che per accogliere il nuovo bisogna fare spazio lasciando andare o trasformando quello che non serve più.
